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10 Novembre 2023 da AISO
Rivista

Il de Martino. Storie, voci, suoni
n. 35/2023

Il de Martino. Storie, voci, suoni
n. 35/2023
10 Novembre 2023 da AISO
Rivista
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Con questo fascicolo inauguriamo una nuova rubrica: Simona Pezzano ci presenta e contestualizza la fotografia di copertina di Giuseppe Morandi, invitandoci a riflettere sul ruolo che le fonti visuali hanno ricoperto nella militanza e nella ricerca della Lega di cultura di Piadena, una delle più vitali e durature esperienze nate dall’impulso di quello straordinario organizzatore di cultura che era Gianni Bosio.

Si apre quindi un ampio ventaglio di temi e di tempi. Si va da Erodoto storico orale (Giorgia Proietti) al futuro distopico immaginato da Francesco Vietti, postillato da Fabio Dei. Tra questi due estremi – storie del lontano passato e del futuro prossimo venturo – molte strade si dipanano, lungo le quali abbiamo provato a esplorare alcune delle diverse potenzialità e varianti della “storia orale”. Alessandro Portelli ci fa ascoltare la Roma di Pier Paolo Pasolini: un ascolto reale, possibile grazie all’inserimento di QR Code che legano le parole scritte da Pasolini alle voci registrate da Portelli, negli stessi luoghi, a distanza di pochi anni. Marco Montanari ci riporta ai “moti del macinato” del 1868, in Emilia, epicentro della protesta e della repressione, e più precisamente in un luogo che nel dopoguerra sarebbe diventato una delle piccole capitali rurali del comunismo italiano: Campegine, il paese di Alcide Cervi e dei suoi sette figli – dove recupera memorie dei “moti” tramandate localmente e le mette a confronto con le narrative ufficiali. Un’operazione analoga è quella che fa per il presente il Controsservatorio Valsusa, raccogliendo le storie di abitanti e militanti della Val di Susa per conservare la documentazione della «dimensione popolare del movimento notav». Ezio Bertok ne scrive presentando l’archivio e riportando stralci di alcune testimonianze. La parte miscellanea si chiude con un racconto autobiografico sulla trasmissione orale di una storia che risale alla Prima guerra mondiale: Tiziana Plebani fa entrare il lettore dentro la testa della bambina che l’aveva ascoltata dalla nonna negli anni Sessanta, una lettura che richiama alla mente i racconti popolari sulla “spagnola”, sul vissuto di guerra e sul profugato interno dopo Caporetto, tacitati in pubblico ma sopravvissuti nella cerchia familiare.

Celebriamo poi i 50 anni dalla morte di Giovanni Pirelli con un bel ricordo di Annalisa Ferretti, preceduto da un’introduzione di Mariamargherita Scotti.

Nella rubrica Saggi siamo felici di ospitare l’intervento di una giovane musicologa russa, Ekaterina Ganskaia, dedicato al tema dello sviluppo della canzone di massa nei primi anni di vita dell’Unione Sovietica. La rubrica Ascoltare il lavoro apre infine una finestra su uno snodo che ci sta particolarmente a cuore: se oggi sia possibile, e come, parlare di “classe”. Lo fa affrontando un movimento culturale che si sta progressivamente facendo strada: la letteratura working class, che rimette al centro del discorso una serie di questioni che per l’Istituto Ernesto de Martino e questa rivista hanno certamente un carattere fondativo: i confini e i contenuti della “classe” oggi; le soggettività che vi stanno all’interno e le loro differenze orizzontali e verticali; la cultura, o le culture, popolari e di classe; i lavori che definiscono l’attuale working class; il problema della “voce” e della sua genuinità. Stefano Bartolini dialoga con Alberto Prunetti, ripercorrendo la lunga strada della letteratura a sfondo sociale e approfondendo i motivi, i caratteri e le istanze di questa nuova produzione culturale che è una rivendicazione di esistenza e una forma di politica attiva che riafferma la non neutralità della cultura e della letteratura. Chiara Paris e Luigi Vergallo dialettizzano con le posizioni di Prunetti. Paris lo fa riferendo di una sua visita al Festival della letteratura working class tenutosi alla Gkn di Campi Bisenzio. Vergallo prende le mosse dal libro di Cynthia Cruz, Melanconia di classe. Manifesto per la working class, incrociando la sua parabola personale con le istanze sollevate dalla letteratura working class e sparigliando le carte delle identità sociali, che anche a livello individuale non sono mai del tutto univoche e definitive.

Sommario

Editoriale – p. 7
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Copertina
Simona Pezzano – p. 11 
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Erodoto storico orale. Una lettura alla luce degli studi socio-antropologici
sulla tradizione orale 
Giorgia Proietti – p. 15
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Il taccuino e il registratore: come suona la città di parole di Pier Paolo Pasolini 
Alessandro Portelli – p. 27
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Agostino Cervi e i moti del macinato a Campegine 
Marco Montanari – p. 40
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Notav: ascoltali, avvicinati, guardali negli occhi 
Ezio Bertok – p. 51
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La ragazza della Foresta Umbra 
Tiziana Plebani – p. 59
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Per Giovanni Pirelli

Sandali e calzoncini rimboccati. Un ricordo “ad altezza di bambina” 
Mariamargherita Scotti – p. 69
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La casetta di Giovanni 
Annalisa Ferretti – p. 76
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Saggi

«La canzone ci aiuta a costruire e a vivere». La canzone di massa sovietica come forma dell’ideologia nei primi anni dell’Urss 
Ekaterina Ganskaya – p. 85
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Storie

Semuren 
Francesco Vietti – p. 103

Antropologia e fantascienza: noi e gli altri 
Fabio Dei – p. 113

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Il lavoro si racconta

«Io penso che le persone di classe lavoratrice devono poter esprimere
il proprio immaginario». Un dialogo con Alberto Prunetti a proposito
del suo lavoro di scrittore e della narrativa working class
Stefano Bartolini – p. 121

Ancora intellettuali vs subalterni? Una nota dal Festival di letteratura
working class 
Chiara Paris – – p. 146

Frammenti di classi sociali e classi sociali in frammenti.
Melanconia di classe di Cynthia Cruz 
Luigi Vergallo – p. 154

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Note e recensioni

Il corpo mi appartiene. Donne e consultori a Nordest, a cura di Alfiero Boschiero e Nadia Olivieri, «Venetica. Rivista di Storia Contemporanea», 2022, n. 1 (di Anastasia Barone) – p. 165
Migrazioni tunisine e disillusioni giovanili. Karim e gli altri. La gioventù tunisina dopo la Primavera, Torino, Rosenberg & Sellier, 2022 (di Carmelo Russo) – p. 171

Una nota a partire da Vincenzo Santoro. Il tarantismo mediterraneo. Una cartografia culturale, Alessano, Itinerarti, 2021 (di Eugenio Imbriani) – p. 178

Ancora su antropologia e letteratura. Riccardo Castellana, Lo spazio dei Vinti. Una lettura antropologica di Verga, Roma, Carocci, 2022 e De Martino e la letteratura. Fonti,
confronti e prospettive, a cura di Paolo Desogus, Riccardo Gasperina Geroni, Gian Luca Picconi, Roma, Carocci, 2021 (di Marco Fabbrini) – p. 183

Chiara Becattini, La memoria dei campi. La Risiera di San Sabba, Fossoli, Natzweiler-Struthof, Drancy, Firenze, Giuntina, 2022 (di Elena Cadamuro) – p. 193

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ISSN 2281-8316

ISBN 978-88-6144-085-2

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Storia Orale

È la registrazione dei ricordi, delle esperienze e delle opinioni delle persone su ciò che hanno vissuto.

Significa incontrare persone faccia a faccia, dialogare con loro, ascoltare quel che hanno da dire, riflettere e utilizzare criticamente i loro racconti.

Consente di far sentire la voce di individui e gruppi che hanno poco ascolto o che sono ai margini della società.

Offre punti di vista originali e spesso sorprendenti sul passato e sul presente, che sovvertono, contraddicono o integrano le narrative dominanti.

È un’opportunità per salvare racconti, tradizioni orali, lingue e “arti del dire” che sono in continua trasformazione.

In Italia la storia orale ha una ricca tradizione che risale agli anni '50, ma l’Associazione Italiana di Storia Orale (AISO) è impegnata anche in nuovi ambiti come archivi orali e tecnologie digitali, e public history.

 

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