“Il de Martino. Storie voci suoni” vuole essere la rivista di riferimento per chi pratica la storia orale in Italia. AISO partecipa alla sua direzione e alla redazione insieme all’Istituto Ernesto de Martino di Sesto Fiorentino (FI) – che nel 1992 la fondò per veicolare il proprio lavoro – al Circolo Gianni Bosio di Roma e alla Lega di cultura di Piàdena, con il contributo di IRES Toscana (Istituto di ricerche economiche e sociali).
La rivista ha una periodicità semestrale e un prezzo di copertina di 20 euro; 12 euro per il formato ebook.
In virtù dei rapporti di collaborazione, AISO ha ottenuto dall’editore condizioni agevolate di abbonamento per i propri soci. Inoltre, ha deciso di sostenere una parte del costo dell’abbonamento dei soci più giovani.
I soci ordinari AISO potranno ricevere a casa i due numeri all’anno a un costo di 25 euro, che si riduce a 15 euro per i soci giovani. Chi fosse interessato a ricevere i due numeri del 2021, può procedere facendo un versamento ad AISO e segnalandolo via email alla segreteria specificando il recapito a cui vuole che la rivista sia spedita.
Dal 2022 il rinnovo quota di iscrizione ad AISO e l’abbonamento alla rivista potranno avvenire in un’unica soluzione:
– per i soci AISO ordinari (che pagano 50 euro di quota associativa annuale), proporremo l’abbonamento alla rivista al costo di 25 euro: chi vuole quindi potrà fare un unico versamento di 75 euro ad AISO;
– per i soci AISO giovani (che pagano 25 euro di quota associativa annuale), proporremo l’abbonamento alla rivista al costo di 15 euro: chi vuole potrà quindi fare un unico versamento di 40 euro ad AISO.
Riportiamo di seguito il nuovo organigramma e l’editoriale del numero 31 de “Il de Martino. Storie voci suoni”.
Organigramma
Direzione: Antonio Fanelli e Mariamargherita Scotti
Direttore responsabile: Paolo De Simonis
Redazione: Gianfranco Azzali, Stefano Bartolini, Elisa Bellè, Bruno Bonomo, Ilaria Bracaglia, Silvia Calamai, Alessandro Casellato, Maria Valeria Della Mea, Gianfranco Francese, Roberta Garruccio, Roberto Labanti, Hilde Merini, Chiara Paris, Simona Pezzano, Sandro Portelli, Omerita Ranalli, Francesca Socrate, Chiara Spadaro, Valerio Strinati, Jacopo Tomatis, Giulia Zitelli Conti
Corrispondenti: Francesco Bachis, Irene Bolzon, Andrea Brazzoduro, Piero Cavallari, Luca Des Dorides, Lorenzo D’Orsi, Olivia Roger Fiorilli, Enrico Grammaroli, Rachel Love, Enrico Pontieri, Antonio Maria Pusceddu, Matteo Rebecchi, Camillo Robertini, Claudio Rosati, Giulia Sbaffi, Stefania Scagliola, Igiaba Scego, Antonio Vesco, Sara Zanisi
Comitato Scientifico: Rudi Assuntino, Maria Luisa Betri, Marco Buttino, Antonio Canovi, Giovanni Contini, Pietro Clemente, Fabio Dei, Donna DeBlasio, Luisa Del Giudice, Gabriella Gribaudi, Eugenio Imbriani, Ignazio Macchiarella, Ferdinando Mirizzi, Fabio Mugnaini, Gloria Nemec, Lidia Piccioni, Carla Simone Rodeghero, Emanuela Rossi, Alessandro Triulzi, Gilda Zazzara, Dorothy Louis Zinn
Editoriale
La rivista «Il de Martino» è nata nel 1992 per rafforzare il rilancio dell’Istituto Ernesto de Martino nel momento del trasferimento da Milano a Sesto Fiorentino. Dopo 30 numeri, e in vista del suo trentesimo anniversario di vita, inaugura un nuovo ciclo che raccoglie e sviluppa l’eredità del lavoro fin qui svolto e apre nuove prospettive di ricerca e di intervento, grazie alla sinergia con l’AISO (Associazione italiana di storia orale), con il Circolo Gianni Bosio di Roma e la Lega di cultura di Piàdena e con l’IRES (Istituto di ricerche economiche e sociali) Toscana.
Questo gruppo si è ritrovato agli incontri alla Festa della Lega di cultura di Piàdena. Si è consolidato condividendo idee, letture e temi di ricerca nei seminari organizzati presso la Casa della memoria e della storia di Roma, presso l’Istituto Ernesto de Martino e poi negli spazi sempre più pervasivi della rete. Ha lavorato quasi due anni – in gran parte forzatamente a distanza – alla progettazione della nuova vita della rivista, costruita da una redazione vasta e plurale, che si è impegnata a fondo per trovare un assetto editoriale adeguato. La periodicità diventa semestrale. Cambia il sottotitolo: «storie voci suoni». Viene dato spazio sia ad articoli e interventi brevi, sia a saggi più corposi. L’obiettivo è offrire uno spazio di visibilità, confronto e dibattito fra coloro che lavorano con le fonti orali, le storie di vita e la memoria, con le scritture e le fonti autobiografiche, con gli archivi sonori, audiovisivi, multimediali, e con i media contemporanei.
La storia orale farà da guida alla nostra esplorazione del presente e del passato, delle memorie e dei futuri possibili, del mondo del lavoro e delle culture popolari, delle soggettività migranti e dei contesti e movimenti sociali e politici, delle forme di espressività musicale e dei canali di diffusione e fruizione della cultura. Le interviste, il dialogo e l’ascolto delle storie, delle voci e dei suoni ci aiuteranno a pensare alle forme contemporanee di intervento culturale, di ricerca-azione e di uso pubblico della ricerca. La valorizzazione del patrimonio culturale e archivistico farà da collante fra generazioni ed esperienze diverse, accomunate dalla passio- ne per la ricerca e da una particolare sensibilità etica, civile e politica e, soprattutto, dallo sforzo costante per un uso critico e rigoroso delle fonti orali e autobiografiche.
C’è una tradizione da rinnovare e c’è tanto da fare per raccontare l’Italia, il mondo e le loro storie, rimettendo occhi e orecchie sui territori, disseppellendo talvolta radici lunghe e talaltra documentando tagli, strappi e nuovi inizi, che spesso non conosciamo anche perché ormai quasi nessuno sembra interessato a raccontare le realtà locali, le vaste periferie sociali, i soggetti non egemoni. Che cosa sia successo nelle nostre società negli ultimi quarant’anni è tema con cui la ricerca storica, antropologica e sociologica deve ancora largamente misurarsi.
Se pensiamo a una rivista di ricerca scientifica e di intervento civile, in cui le armi critiche delle discipline (che si sono raffinate in questi ultimi quarant’anni di svolta linguistica ed ermeneutica) tornano a ingaggiar battaglia con i temi grossi del nostro tempo, abbiamo bisogno di tante persone nuove, ma anche di talismani che vengono da altre stagioni e che ci fa piacere ereditare e tenerci vicino. Così intendiamo «Il de Martino».