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1 Marzo 2009 da Aiso
Resoconti

L’intervista strumento di documentazione. Giornalismo, antropologia, storia orale.

L’intervista strumento di documentazione. Giornalismo, antropologia, storia orale.
1 Marzo 2009 da Aiso
Resoconti

L'intervista, strumento di documentazione

Piero Cavallari

.

Nel 1986 si svolse presso l’auditorium della Discoteca di Stato [ora Istituto centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi] il convegno “L’intervista strumento di documentazione. Giornalismo, antropologia, storia orale” per focalizzare appunto l’intervista come mezzo, o meglio metodologia, utile alla acquisizione di  documentazione finalizzata alla ricerca storica, antropologica e alla comunicazione.

Nei tre giorni di quel convegno si avvicendarono sui tre temi relatori quali Gianni Letta, Enzo Roggi, Walter Mauro, Giovanni Ferrara, Gianni Minà, Diego Carpitella, Danilo Dolci, Luigi Lombardi-Satriani, Nuto Revelli, Domenico De Masi, Paolo Spriano, Lucio Villari, Gabriele De Rosa, Giuseppe Galasso, che illustrarono l’interesse per lo “strumento intervista” diretto alla creazione di fonti utili alle loro ricerche e alla loro attività.

Nonostante allora fossero ancora presenti resistenze, soprattutto nell’ambito della ricerca storica, nel considerare le fonti orali – come appunto lo sono le interviste – al pari delle altre fonti “tradizionali”, quali quelle documentarie o bibliografiche, gli interventi dei relatori evidenziarono come nell’attività giornalistica di comunicazione, nella ricerca antropologica e sociologica e nello studio della storia contemporanea fosse sempre più imprescindibile l’uso di tali fonti.

Dal 5 al 7 maggio 2009, in un convegno svolto presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, si è svolto un altro convegno – sempre organizzato dall’ICBSA –  proprio per riproporre, a oltre venti anni di distanza, un approfondimento sullo stesso te: l’intervista

Essenzialmente per evidenziare anche un vero e proprio salto di qualità, identificabile già dal titolo: “l’intervista “fonte” di documentazione”. Oggi i documenti sonori ed audiovisivi non solo sono riconosciuti come fonti ma vengono iscritti, a pieno titolo, nel novero dei beni culturali da tutelare e valorizzare.

Articolato, come nel 1986, su giornate tematiche – storia orale, antropologia, giornalismo e sociologia, il convegno ha tentato di indicare non solo dove è arrivata la ricerca scientifica ma anche di proporre metodologie condivise per il trattamento di queste fondamentali fonti di studio.

In secondo luogo, il convegno ha cercato di sollevare l’attenzione sulla necessità di una politica di tutela per tali beni.

Attualmente queste fonti nella loro forma fisica sono documenti sonori e audiovisivi ( dischi, nastri,video cassette ecc.), soggetti a molteplici  problemi legati alla conservazione ed alla loro gestione.

Si pensi alla necessità della conservazione secondo precisi standard, al riversamento dei contenuti in formato digitale, alla catalogazione.

E’ oggi possibile, considerato il ruolo dell’ Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi, subentrato alla Discoteca di Stato, affrontare a livello nazionale e coordinato la creazione, gestione conservazione di tali fonti, imprescindibili per lo studio della storia, della cultura e della società contemporanea.

Si può leggere la pubblicazione degli atti del convegno del 1986 (http://www.icbsa.it/index.php?it/22/attivit-culturali/29/) e sarà prossimamente disponibile l’ascolto dei documenti sonori originali.

ATTI CONVEGNO_1986 [scarica .pdf]

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Storia Orale

È la registrazione dei ricordi, delle esperienze e delle opinioni delle persone su ciò che hanno vissuto.

Significa incontrare persone faccia a faccia, dialogare con loro, ascoltare quel che hanno da dire, riflettere e utilizzare criticamente i loro racconti.

Consente di far sentire la voce di individui e gruppi che hanno poco ascolto o che sono ai margini della società.

Offre punti di vista originali e spesso sorprendenti sul passato e sul presente, che sovvertono, contraddicono o integrano le narrative dominanti.

È un’opportunità per salvare racconti, tradizioni orali, lingue e “arti del dire” che sono in continua trasformazione.

In Italia la storia orale ha una ricca tradizione che risale agli anni '50, ma l’Associazione Italiana di Storia Orale (AISO) è impegnata anche in nuovi ambiti come archivi orali e tecnologie digitali, e public history.

 

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