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18 Marzo 2010 da Aiso
Notizie

2060: CON QUALI FONTI SI FARÀ LA STORIA DEL NOSTRO PRESENTE? TECNICHE, PRATICHE E SCIENZE SOCIALI A CONFRONTO

2060: CON QUALI FONTI SI FARÀ LA STORIA DEL NOSTRO PRESENTE? TECNICHE, PRATICHE E SCIENZE SOCIALI A CONFRONTO
18 Marzo 2010 da Aiso
Notizie

Fondazione telecomTORINO, 8-9 aprile 2010

Aula Magna G. Agnelli – Politecnico di Torino, C.so Duca degli Abruzzi 24

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Convegno di studi promosso dalla Fondazione Telecom Italia

in collaborazione con il Politecnico di Torino e con AIS-Associazione Italiana di Sociologia,

SISSCO-Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea e Cliomedia Officina.

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Scarica programma completo (.pdf)

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COMITATO SCIENTIFICO

Fabio Di Spirito – Segretario Generale Fondazione Telecom Italia

Luca De Biase – Caporedattore Nova-Il Sole 24ore

Tommaso Detti – Ordinario di storia contemporanea Università di Siena

Paolo Jedlovski – Ordinario sociologia generale Università della Calabria

Vittorio Marchis – Ordinario di storia delle Scienze e della Tecnica, Politecnico di Torino

Serge Noiret – History Information Specialist, European University Institute, Firenze

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I TEMI DEL CONVEGNO

Immaginiamo che nel 2060 qualcuno voglia conoscere qualcosa a proposito degli anni che stiamo ora vivendo.

Probabilmente disporrà di certe rappresentazioni sull’inizio del millennio: qualcosa si sarà depositato nella

memoria collettiva, vi saranno testimoni; qualcosa saprà grazie all’istruzione che avrà conseguito, qualcos’altro

dai media del suo tempo. Ma immaginiamo che sia uno studioso. Su quali fonti si potrà basare la sua ricerca?

Si tratta di un esercizio di immaginazione che riguarda da un lato il futuro e dall’altro il presente.

Per quanto riguarda il futuro, ciò che costituirà “fonte” per lo studioso dipende dalle domande che questi vorrà

farsi (le fonti sono tali in relazione a un interesse di ricerca) come anche dalla situazione sociale complessiva

in cui si troverà a vivere (regimi totalitari e democrazie, per esempio, invitano a rapporti molto diversi con il

passato). Ipotizzando che la situazione complessiva e gli interessi di studio non siano troppo diversi da quelli

di oggi, il nostro studioso/a potrà studiare documenti ufficiali, reperti industriali, forme degli edifici, materiali

e fonti di energia che oggi utilizziamo; potrà analizzare oggetti d’uso domestico, imballaggi e rifiuti; forse avrà

a che fare con le nostre scorie; potrà leggere i testi che pubblichiamo o visionare i nostri telegiornali, vedere

i nostri film, ritrovare i nostri giocattoli… Se vorrà investigare le nostre esperienze, potrà forse ritrovare mail e

blog, o diari sparsi tra i file conservati in qualche obsoleta pen drive…

Noi, a proposito di chi è vissuto cinquant’anni fa, disponiamo di una grande quantità di documenti cartacei, da

quelli privati (lettere, diari personali, etc) a quelli pubblici (circolari, giornali, pubblicazioni destinate ad ambiti

diversi etc). Oggi quei documenti sono spesso sostituiti dalla comunicazione in rete, giacché un’ampia parte

delle attività quotidiane (transazioni economiche, lavoro, intrattenimento, comunicazione interpersonale,

comunicazioni professionali, pubblicazioni scientifiche, confronto e dibattito politico, attività di ricerca etc.)

passa attraverso apparati informatici e telematici con l’uso di programmi rapidamente obsoleti. La nostra è

in misura crescente una società in rete.

A questo materiale nato in formato digitale si aggiunge un numero crescente di testi e di documenti analogici

(cartacei, immagini fisse e in movimento, libri, film) prodotti e conservati da istituzioni pubbliche e private

(archivi e biblioteche) che vengono digitalizzati in modo retrospettivo (meta-fonti) e messi in rete. Un “passato

digitalizzato”, di apparente facile accesso, quali inediti problemi pone e potrà porre agli storici di professione

e agli altri scienziati sociali? Quale passato stiamo consegnando al nostro futuro? E qual è -e sarà- l’impatto

della rete e dei new media del digitale sulla costruzione di discorsi storici pubblici? Con quali implicazioni per

il senso comune storico e nei processi di costruzione di memorie condivise?

Infine, un’immensa mole di altri dati e di tracce si depositano dentro e fra i nostri computer. Cosa rimarrà di tutto

questo? Grazie a quali attori o istituzioni sarà reperibile? Con quali criteri si potrà operare una selezione?

Le riflessioni che questo convegno intende attivare riguardano sia ciò che intendiamo lasciare ai posteri in

quanto “memorabile” sia ciò che lasciamo loro inconsapevolmente. Riguardano dunque i nostri atteggiamenti

verso la memoria e verso il futuro, le nostre pratiche di archiviazione dei dati, la fiducia che riponiamo nel

futuro e le forme in cui lo immaginiamo (o rifiutiamo di immaginarlo). Ragionare attorno a ciò che potrà

costituire una fonte per la ricerca storico-sociale fra cinquant’anni spinge a interrogarci in modi non ovvi

sulla nostra forma di vita, sulle tendenze di fondo dei mutamenti in cui siamo coinvolti, ma anche sulle

pratiche e sulle metodologie applicate oggi nel mondo dell’innovazione e dell’economia oltre che nella ricerca

scientifica nel campo delle scienze sociali.

.

www.fondazionetelecomitalia.it

E-mail: convegno-fondazione-telecomitalia@segreteriaeventi.com

Telefono: 331 7521150

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Le fonti orali - Intervista

Storia Orale

È la registrazione dei ricordi, delle esperienze e delle opinioni delle persone su ciò che hanno vissuto.

Significa incontrare persone faccia a faccia, dialogare con loro, ascoltare quel che hanno da dire, riflettere e utilizzare criticamente i loro racconti.

Consente di far sentire la voce di individui e gruppi che hanno poco ascolto o che sono ai margini della società.

Offre punti di vista originali e spesso sorprendenti sul passato e sul presente, che sovvertono, contraddicono o integrano le narrative dominanti.

È un’opportunità per salvare racconti, tradizioni orali, lingue e “arti del dire” che sono in continua trasformazione.

In Italia la storia orale ha una ricca tradizione che risale agli anni '50, ma l’Associazione Italiana di Storia Orale (AISO) è impegnata anche in nuovi ambiti come archivi orali e tecnologie digitali, e public history.

 

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