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4 Agosto 2014 da Aiso
Interventi

APPELLO – Coordinamento nazionale per gli archivi e per le biblioteche

APPELLO – Coordinamento nazionale per gli archivi e per le biblioteche
4 Agosto 2014 da Aiso
Interventi

La condizione di estrema gravità in cui versano gli istituti archivistici e bibliotecari del nostro Paese ha spinto diverse associazioni a formare un coordinamento che ha il fine di sollecitare presso il Ministero competente, le forze politiche e la pubblica opinione, una soluzione positiva in grado di far uscire quegli istituti dalla profonda crisi dovuta alle scelte politiche degli ultimi anni.

Il coordinamento è composto da associazioni professionali e di utenti, di studiosi, di archivisti e di bibliotecari, di cittadini che sentono la necessità di invertire la direzione del degrado e di porre all’attenzione del dibattito pubblico la centralità dei beni culturali nel nostro Paese.

Si ritiene che le politiche degli ultimi anni in materia abbiano sostanzialmente disatteso, se non tradito, quel principio costituzionale contenuto nell’articolo 9, che pure è stato un riferimento internazionale. Il Paese che può vantare tali principi inscritti nella propria Carta fondamentale e che si presenta al mondo come il più ricco di beni culturali, assiste oggi al sostanziale declassamento della cultura. La politica dei tagli lineari e l’assenza di turn-over hanno inferto un colpo esiziale manifestatosi con la riduzione di risorse, di personale, di strumentazione. Convinti che la cultura sia una risorsa indispensabile, un bene pubblico vitale, il coordinamento chiede misure per porre riparo al disastro cumulatosi nel corso degli ultimi anni e che presenta prospettive ancora più devastanti per il prossimo futuro.

Non si può assistere inerti al continuo restringimento delle prospettive della ricerca, dello studio, della cultura, strettamente legate alla “salute” degli archivi e delle biblioteche.

Si chiede al titolare del Ministero per i Beni culturali e alle forze politiche un cambiamento di passo, un rovesciamento delle politiche di abbandono fin qui perseguite in ambito archivistico e bibliotecario. Servono, al contempo, misure di contenimento e progetti di medio e di lungo termine. Sono necessarie risorse immediate, regolari concorsi per l’assunzione di personale di livello, strumenti aggiornati. L’irrazionalità di alti costi e di scarse risorse ha penalizzato oltre modo gli istituti in questione. Le vie per recuperare risorse sono varie: dalla demanializzazione di strutture che si prestino come sedi alla costituzione di poli archivistici e bibliotecari. In uno Stato che lascia per strada oltre 120 miliardi all’evasione fiscale e oltre 60 alla corruzione, il degrado della cultura segna simbolicamente un degrado della nazione. Auspichiamo che una classe dirigente degna del nostro Paese sappia far valere, al contempo, legalità e valorizzazione della cultura. Servono impegno, idee, progettualità e un’attenzione costante.

Il coordinamento nazionale per gli archivi e per le biblioteche vuole invertire una tendenza che ha progressivamente mortificato quegli istituti, i professionisti che vi lavorano, gli studiosi che ne sono utenti ma, in generale, la cultura come valore sociale.

 

COORDINAMENTO NAZIONALE PER GLI ARCHIVI E LE BIBLIOTECHE                                                              

COMUNICATO STAMPA

Il decreto legge emanato il 31 maggio 2014, n. 83 appare un inizio incoraggiante per il riscatto del settore dei Beni culturali in Italia, in vista di un necessario intervento strutturale di medio termine per il rilancio complessivo della cultura e della ricerca come leve per lo sviluppo del paese. Le misure per favorire il “mecenatismo”, con sgravi fiscali e credito d’imposta a favore di aziende che intendano sostenere, sono sicuramente un aiuto alla ripresa di molti luoghi di cultura e di siti da tempo lasciati all’incuria.

Il Coordinamento Nazionale per gli Archivi e le Biblioteche auspica che nella conversione in legge di questo provvedimento si possa far riferimento esplicito anche a luoghi di cultura quali le biblioteche e gli archivi storici.

Ci si attende inoltre, da un governo che finalmente tratti la cultura come una risorsa e non come un peso per l’Italia, che si faccia fronte a decenni di politiche di tagli anche con una nuova politica di investimenti pubblici. Da decenni non c’è stato un vero ricambio generazionale e il personale in servizio è in larghissima parte agli ultimi anni di servizio attivo. Serve una rapida inversione di rotta: servono concorsi che diano personale competente a questi istituti, con prove che selezionino, a scadenze fisse, un insieme di addetti stabilizzati. Servono investimenti in campi quali la digitalizzazione dei documenti, in cui, purtroppo, l’Italia è confinata agli ultimi posti tra i Paesi europei. Servono risorse per la strumentazione delle biblioteche, che a volte espongono macchinari che sembrano cimeli d’antiquariato, e per il trattamento dei documenti negli archivi. Servono progetti per ripensare spazi idonei per lo svolgimento delle attività istituzionali e di servizio: biblioteche e archivi sono sempre meno in grado di accogliere nuovo materiale.

In particolare, il Coordinamento Nazionale per gli Archivi e le Biblioteche chiede un chiaro pronunciamento sulle seguenti proposte:

 

1.     Una politica di demanializzazione delle sedi di studio della documentazione archivistica. Sebbene apparentemente lontana dagli interessi immediati della ricerca, essa appare il primo modo di dare sollievo alle risorse impiegate in modo infruttuoso e distorto in relazione al pagamento degli affitti. Un solo esempio basterà a dare l’idea dell’irrazionalità dell’impiego di risorse: la sola amministrazione archivistica, ha impegnato quasi 18 dei 25 milioni di budget a disposizione nel 2011 per il pagamento della locazione delle sedi. Se più dei 2/3 del bilancio rimangono “ingessati” per le sole locazioni, la cifra che rimane disponibile per lo sviluppo del sistema archivistico nel suo insieme appare messo in pericolo. Siamo infatti consapevoli che la prima necessità per reperire risorse, è ridurre gli sprechi. Nel campo dei beni culturali appare uno spreco pagare affitti ad enti o a privati quando lo Stato può mettere in campo proprie risorse.

2.     La possibilità di creare dei poli archivistici, bibliotecari o bibliotecario/archivistici in località in cui sia possibile reperire sedi a disposizione del demanio pubblico e allestire magazzini e sale studio comprendenti una biblioteca civica e un archivio comunale, oppure l’insieme di più archivi che sono funzionali e disponibili in un Comune, in una città capoluogo di Provincia e così via. Ciò potrebbe risultare vantaggioso in ordine al numero del personale da retribuire e alle competenze miste di cui l’utente potrebbe disporre.

3.     Una politica di turn-over, per ciò che riguarda archivi e biblioteche pubbliche, che possa portare al reintegro almeno parziale del consistente numero di pensionamenti già maturati e di quelli che si profilano all’orizzonte. Si chiede pertanto lo svolgimento di concorsi a periodicità fissa e non con immissioni improvvise di “folle” di concorrenti in modo da selezionare, ogni due-tre anni, le migliori competenze ed esperienze, senza penalizzare anzitempo le generazioni future.

4.     Un immediato e consistente investimento in un progetto di ampia digitalizzazione di documenti e libri. Infatti, benché nell’immediato ciò comporti una nuova spesa, tale investimento rappresenta una via sicura per operare grandissimi risparmi, per quanto riguarda sia i costi degli spazi da utilizzare sia quelli relativi al personale. Si fa notare che altri paesi, pur in rilevanti difficoltà finanziarie, come Spagna e Portogallo, negli ultimi anni hanno investito in tali progetti molto più dell’Italia.

5.     L’assegnazione di risorse adeguate al sistema delle Biblioteche e all’amministrazione archivistica, da impiegare non solamente per far fronte al nuovo impiego di personale stabilizzato e a recuperare un ordinario funzionamento, ma anche a reperire competenze e personale qualificato e stabile, per utilizzare i più aggiornati strumenti digitali, per una politica di conservazione e ottimizzazione degli spazi, oltre che a predisporre un più ampio numero di piattaforme on-line per gli studiosi.

 

 

Fanno parte del Coordinamento nazionale per gli archivi e per le biblioteche le seguenti società e associazioni:

 

Amici della Biblioteca Universitaria di Pisa

Arch.I.M. Archivisti in movimento

Assolettori Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

Cgil Funzione Pubblica Ministero dei Beni Culturali, Ambientali e Turismo

Giovani Bibliotecari e Aspiranti

Società italiana delle storiche – Sis

Società italiana per lo studio della Storia contemporanea – Sissco

Società italiana per lo studio della Storia delle istituzioni

 

Roma, 12 giugno 2014

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Storia Orale

È la registrazione dei ricordi, delle esperienze e delle opinioni delle persone su ciò che hanno vissuto.

Significa incontrare persone faccia a faccia, dialogare con loro, ascoltare quel che hanno da dire, riflettere e utilizzare criticamente i loro racconti.

Consente di far sentire la voce di individui e gruppi che hanno poco ascolto o che sono ai margini della società.

Offre punti di vista originali e spesso sorprendenti sul passato e sul presente, che sovvertono, contraddicono o integrano le narrative dominanti.

È un’opportunità per salvare racconti, tradizioni orali, lingue e “arti del dire” che sono in continua trasformazione.

In Italia la storia orale ha una ricca tradizione che risale agli anni '50, ma l’Associazione Italiana di Storia Orale (AISO) è impegnata anche in nuovi ambiti come archivi orali e tecnologie digitali, e public history.

 

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